Cooperare per il bene nel caos dell’oscurità.
Ma è davvero possibile?
Quando il desiderio di Cooperazione ti viene a trovare produce sensazioni molto contrastanti, spesso sgradevoli, sia che tu abbia effettiva esperienza nei processi cooperativi, sia che non ne abbia alcuna.
Ciò accade perché inconsciamente intuiamo che la “cooperazione umana”, per come è concepita, è spesso di fatto più arretrata, violenta e subdola del dominio autoritario di un tiranno. Esattamente come la democrazia è il modello evoluto della dittatura più subdola.
Se invece intuiamo che il significato che ciascuno di noi dà alla cooperazione è direttamente collegato al proprio personale stato di coscienza, possiamo forse renderci disponibili al primo vero passo cooperativo: dialogare sul senso evolutivo e multidimensionale della parola “cooperazione”.
E con questo spirito che ho deciso di avviare una serie di contributi per impollinare un dialogo costruttivo circa la potenziale, e ancora inespressa, dimensione magica della “cooperazione umana”. Inizio da qui, dal mio blog con questo breve post che preannuncia l’imminente condivisione di un percorso video dedicato a ”L’Ottava superiore della Cooperazione Umana”.
L’oscurità non ha speranze, ma solo un altro pezzettino di tempo per procrastinare il suo falso dominio. Un tempo illusorio che noi lasciamo ad essa solo per ignoranza dei nostri reali talenti e delle nostre connessioni animiche.
Non abbiamo bisogno che “tutti” cooperino per sterilizzare l’avanzare della sub-umanizzazione o de-umanizzazione in atto. Per ora sarei felice di aggregare intorno a queste tematiche imprenditori, leader, educatori, ricercatori e opinion maker che negli ultimi tempi hanno dimostrato incorruttibilità, stabilità emotiva, determinazione e chiarezza di idee. Tra loro ci sono moltissime persone che hanno saputo vincere con grande saggezza e coraggio dure sfide personali. Eppure, di fronte all’opportunità o necessità naturale di estendere il proprio “io” in un gruppo cooperativo di “consimili”, alcuni di loro si smarriscono, hanno paura, disgusto se non addirittura rabbia. Ed i gruppi si dividono.
Voglio dire loro: usiamo questo tempo. Il tempo intanto di accordarci su ciò che la cooperazione può davvero significare. Stabiliamo un dialogo sui contenuti, creiamo tra noi il terreno della fiducia che può favorire il reciproco riconoscimento delle intuizioni e delle competenze. Iniziamo ad affinare il linguaggio insieme, ci ritroveremo senza accorgercene a saltare da un piano evoluto del concetto di cooperazione, ad un altro ancora più evolutivo. E, nel frattempo, la luce avrà inghiottito il buio.
Io farò con umiltà, gioia e determinazione la mia piccola parte perché so che, una volta conosciute le false credenze sulla cooperazione, e messe a lustro le sue doti magico-generative, la maggior parte delle barriere egoiche crolleranno e gli ego si scioglieranno.
Comprendo che più followers si hanno, meno ci si sente liberi di cooperare, ma maggiore sarà la responsabilità a farlo! Molti leader sono già pronti.
Vi chiedo di seguire, partecipare e condividere i frutti di questo processo di comunicazione tra noi.
Molte scoperte ci stupiranno, ma forse ciò che risulterà più assurda è l’idea che ho sul ruolo degli italiani (parte di essi ovviamente) nello Spirito del Tempo e nell’attuale processo di distruzione del vecchio mondo e di creazione del nuovo.
Vi stupirete nello scoprire che proprio noi Italiani, spacciati per individualisti, rappresentiamo la minaccia numero uno dei piani dei tiranni di turno. Non siamo nel loro mirino solo perché straricchi e super-creativi, indomabili nell’esprimere eccellenze in ogni campo. Siamo nel mirino perché siamo carismatici, portiamo dentro di noi l’archetipo della più evoluta forma di cooperazione umana. Un archetipo violentato ed involuto sotto le secolari picconate del potere, ma eterno, pronto a riemergere e a manifestarsi proprio oggi con uno scatto evolutivo senza precedenti.
La cooperazione è cosa complessa. Il momento è complesso. La verità è semplice.
Chi dedica spazi alla cooperazione lo faccia con oculatezza, cognizione di causa e in sempre maggior armonia e risonanza tra i pionieri in cammino.
È materia da maneggiare con cura, fede e lungimiranza.
Si coopera con l’Amore, non con la forza.
Stefano Petrucci